The Gilded Age

Julian Fellowes ritorna dopo Downton Abbey e Belgravia (non ho ancora guardato The English Game), adatta la sua storia per il grande pubblico americano e per questo drama HBO sbarca a New York, e su Sky Serie, a fine 800 nel Gilded Age, appunto. La serie è composta da 9 episodi di circa 50 minuti.
CONFLITTI VISIBILI
Già dalla locandina emerge il conflitto che ci aspettiamo di trovare nella serie: due donne schiena contro schiena, di differente età (che in questo caso simboleggia anche una divergenza sulla visione della vita), coda dell’occhio rivolta verso l’altra donna per tenerla sotto controllo, cromie differenti e anche tessuti molto diversi tra loro, per non parlare del taglio dell’abito.
LA CORALITÀ DI FELLOWES
Fellowes ci presenta, come per le precedenti storie, una coralità eccellente con lo schema a cui ci aveva abituato: all’interno della stesso palazzo avviene il racconto sia dei proprietari, probabilmente ora si chiamerebbero Bezos o Musk, che della loro servitù. La novità è che, anziché essere parte della nobiltà, essendo ambientato negli USA, i ricchi appartengono alla alta borghesia newyorkese. Come in Downton Abbey abbiamo personaggi reazionari e altri progressisti: da un lato della strada vive da sempre la conservatrice Mrs Van Rihjn con la sorella Miss Brook mentre nel maestoso palazzo di fronte si sono appena insediati i giovani e ricchissimi Russell con i loro due figli. Tutti rigorosamente Americani. Una differenza che per ora ho riscontrato con Downton Abbey è il dialogo tra le due parti: mentre oltremanica, i valletti sono abbastanza presenti nella vita dei loro datori di lavoro, anche in veste di consiglieri, in The Gilded Age – per ora, ne ho visto solo due episodi – c’è una netta divisione e sono rare le occasioni di confronto.
VECCHIO vs NUOVO
Ed è proprio nella 61esima strada, angolo con la 5 che ha luogo il conflitto: Bertha Russell è ambiziosa e vorrebbe inserirsi in una società che non vede di buon occhio il “nuovo” e che quindi non ha intenzione di farla accedere al suo mondo. La “vecchia” New York, fatta di possidenti e uomini d’affari, trova volgare e sporco tutto ciò che ha a che fare con le novità, con chi si è arricchito grazie al progresso. Le contrapposizioni della locandina sono riportate nella narrazione: tradizione/rivoluzione, staticità/dinamismo e soprattutto passato/futuro. Coloro che hanno sempre dettato legge, nel profondo temono che il cambiamento possa causare la perdita del loro potere. Vedremo quindi aspre battaglie ambientate in sale da ballo e feste di beneficenza. Gli attori sono tutti americani e si vede.
WOMEN POWER
L’universo di The Gilded Age è prevalentemente al femminile: nonostante per ora non ci sia alcun riferimento al movimento delle suffraggette, siamo nel momento e nel luogo giusto per dare risalto al vento di cambiamento, e sarebbe coerente se alcune delle protagoniste andassero verso quella direzione. Gli accenti sono tutti americani e mi manca Lady Violet – anche se un po’ di wit è stato caricato in alcuni personaggi.
CAST
Christine Baranski (che ho amato in the Good Wife ma che sicuramente conoscete come madre di Leonard di The Big Bang theory) e Carrie Coon (The Leftovers ❤️) sono le antagoniste della serie, ma troviamo anche Cynthia Nixon che ritornerà nell’Upper East Side oltre un secolo dopo in veste di Miranda Hobbes (se non sapete chi è vi meritate di googlarla, mi rifiuto di darvi questa spiegazione), Thaissa Farmiga e fa capolino molto rapidamente ma inconfondibile Jeanne Tripplehorn. Spoiler: sono tutte americane.
PER CONCLUDERE…
Fellowes rimane nella sua comfort zone narrativa. Il fatto di aver spostato le ambientazioni dall’altra parte dell’oceano non è sufficiente per renderlo novità, e sa di già visto. Però è comunque Fellowes, di cui adoro l’eleganza sia dei costumi che del linguaggio e, nonostante sia abbastanza uguale a se stesso, ne voglio ancora e sempre di più. Per cui, se avete amato Downton Abbey o Gosford Park, o Belgravia come la sottoscritta potete provare anche la novità made in USA. Anche se i personaggi non mangiano biscuits ma cookies e fanno le passeggiate negli yards anziché nei garden, e questo mi spiace alquanto.